L’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha divulgato a fine giugno un aggiornamento del database delle imprese coinvolte in attività legate agli insediamenti nei Territori palestinesi occupati (Opt), inclusa Gerusalemme Est.
L’inchiesta dell’Onu ha l’obiettivo di approfondire le conseguenze sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali del popolo palestinese nei territori illegalmente occupati da Israele da oltre 50 anni, fortemente penalizzati dal rischio di conflitti e violenze e dalla sistematica violazione dei diritti umani.
L’idea di una lista di imprese presenti nei Territori è nata nel 2016 dall’iniziativa del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, per dare seguito al rapporto del 2013 della Missione di indagine indipendente sulle implicazioni degli insediamenti israeliani.
Secondo il diritto internazionale, infatti, tutti gli insediamenti nei Territori sono da considerarsi illegittimi e in aperto contrasto con le norme consuetudinarie e convenzionali; sebbene la creazione e l’espansione degli insediamenti nei territori occupati, nonché il trasferimento di popolazione civile da parte di Israele in questi territori, siano quindi contrari al diritto internazionale, il rapporto non vuole essere un avvertimento di carattere giudiziale o stragiudiziale, né sindacare sulla legalità delle attività di per sé, ma rispondere a un principio di trasparenza e dialogo con gli Stati
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